lunedì 16 febbraio 2009

INTERVISTA A PAU: Helldorado al PalaNet in volo sul Sudamerica


di Matteo Strukul

I Negrita sono in rampa di lancio. Sabato 7 febbraio 2009 infatti il loro tour farà tappa al PalaNet di Padova. La band di Arezzo sta scaldando i motori, forte di un nuovo album - Helldorado - al fulmicotone, da tre mesi appollaiato nella classifica di dischi più venduti, un lavoro di cui Paolo Bruni, in arte Pau, carismatico cantante del gruppo, ci rivela tutti i retroscena. «Helldorado ha portato ad un approfondimento della musica e della cultura del Sudamerica, sulla scia del precedente nostro lavoro di studio L’uomo sogna di volare. Ma se quell’album ha rappresentato per il gruppo la meraviglia, la prima volta in America Latina, Helldorado riporta invece tutto a casa, fondendo quelle scintille di stupore con temi profondamente italiani, quindi è un album di consapevolezza».
«Il titolo - continua Pau - che fra l’altro riprende quello di alcuni film dello spaghetti - western italiano, unisce perfettamente anche a livello lessicale, le due famiglie linguistiche più importanti: quella anglosassone e quella latina. Allo stesso tempo Helldorado è l’occidente ricco, il vecchio continente, rappresentato in un’accezione negativa, di gabbia dorata».
«Del resto, a fronte del progresso, delle dichiarazioni di giustizia e libertà, non è mai mancata ad Europa e Stati Uniti una mentalità coloniale, che ha portato allo sfruttamento dell’Africa e dell’America Latina, intrisa di quell’idea malata che ha cercato di convincere popolazioni intere che esiste una guerra giusta: la vernice con cui si tenta di coprire anche la sostanza di alcuni conflitti recenti, in Medio Oriente».
Con queste parole, Pau introduce uno dei temi di fondo del nuovo lavoro: una forte critica socio-politica all’attuale sistema di vita Italia.
«Con brani come Radio Conga abbiamo tentato come uomini e come padri di urlar fuori i problemi di questo Paese - la futilità incommensurabile, il malgoverno indicibile - perché riteniamo di avere una responsabilità nei confronti della generazioni future e che ad esse vada garantita un’eredità migliore. Abbiamo come amplificazione un microfono e usiamo quello, i giornalisti hanno i media... e li usano fino ad un certo punto, non credo che li sfruttino a sufficienza per controllare i governanti, se ne rendono troppo spesso servi. Fortunatamente la rete sta creando una cultura sotterranea ed alternativa che rifiuta quella forgiata dai media classici, figli del sistema, e del capitalismo senza regole. La rete insomma nasce per un motivo solo: quello per cui dobbiamo imparare a difenderci. Un atto dovuto di autotutela sociale».
Ma non c’è solo questo in Helldorado. Come dice Pau «ci sono anche le immagini di Ullulaallaluna che ricorda per certi aspetti una minisceneggiatura, e poi i confronti e le collaborazioni importanti, con band come gli argentini Bersuit che ci hanno ospitato a Buenos Aires presso il loro studio per incidere l’album, praticamente gratis. E’ stato un vero e proprio scambio culturale basato sul baratto: mi casa es tu casa». Venendo in ultima al concerto di sabato sera al Palanet Pau non manca di sottolineare: «Sarà un muro elettrico, niente set acustici, suoneremo in modo estremo, certo il sound non mancherà di contaminazioni, passando dalla rumba all’hard rock».
Quando gli chiedi qual è il segreto di una band che resta unita da ormai quindici anni risponde: «quello di litigare spesso, discutere è importante, così come il confronto, lo scontro produce sempre energia e quando quella arriva ecco che arrivano i Negrita».

Questa mia intervista a Paolo Bruni è stata pubblicata su IL MATTINO di Padova/LA NUOVA di Venezia e Mestre/LA TRIBUNA di Treviso a p. 41 in data 4 febbraio 2008.

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