lunedì 29 novembre 2010

IL RITORNO DI UN DANNATO: DEREK RAYMOND! INCUBO DI STRADA


In "Incubo di strada" troverete Derek Raymond, uno dei piu' crudi scrittori del Novecento, ferito, affamato d'amore e redenzione, curvo sotto il peso del dolore che lo divora, come un cancro.

Le pagine di questo romanzo sembrano intinte nel sangue delle vittime, sono l'addio di uno scrittore di noir alla vita, un addio che rivolge il suo sguardo non all'odio, non alla violenza, ma all'amore. E poco importa se la trama ha un intreccio sbiadito, se a tratti si frantuma, incoerente e paranoica come solo un vero incubo puo' essere. Conta l'atmosfera, l'amore trovato e perduto per sempre, spazzato via da una morte tragica e orribile, l'amicizia scandita dal vino e dal sangue sulla strada, il coraggio di ammettere una debolezza, che percorre il libro come una lama e consuma un po' alla volta.

"Incubo di strada" risuona di malattia e pianto, e' un testo coperto di lividi come un'anima tradita e lasciata ad agonizzare, come la tela dura e deformata di un quadro di Francis Bacon.

Derek Raymond ha lavorato sui colori cupi, sui corpi straziati, sulle promesse d'amore e con Incubo di strada ha voluto lasciare ai suoi lettori uno specchio spezzato che riflette, ancora oggi, i frammenti della sua anima perduta.

Vs. Aff.mo Matteo Strukul

sabato 1 agosto 2009

KILLSHOT


Un libro straordinario, che si farà presto "vedere" sul grande schermo grazie alla regia di John Madden, con Mickey Rourke nel ruolo del killer Blackbird, presto recensito su SUGARPULP, quindi occhio a www.sugarpulp.it.

MS

giovedì 25 giugno 2009

INTERVISTA A DAVIDE PERCONTI

Domani a "Sugarpulp on air" avremo Davide Perconti. Straordinario disegnatore padovano, di stanza a Bonelli, autore di tavole memorabili per Nathan Never, Legs Weaver e Agenzia Alfa. Il tratto di Davide, ricco di dinamismo, di anatomie esasperate, di ritmo, nel pieno rispetto di una pulizia e ricchezza di segno davvero unicche è certamente fra quelli più caratteristici ed efficaci del nuovo fumetto italiano. De gustibus certo, ma i risultati raggiunti danno ragione a lui e poi sappiamo perfettamente quanto non sia semplice proporre una visione moderna e veloce del fumetto in un tempio della virtuosa tradizione come Bonelli editore, la Marvel italiana del comic.
Parlare con lui della sua esperienza e di come sia possibile ancor oggi diventare disegnatori professionisti sarà affascinante e offrirà stimoli a tutti coloro che ci vogliono provare. Il corso di fumetto tenuto da Davide in tempi recenti in quel di Monselice va propiro in questa direzione e certifica una volta di più una cura ed un'attenzione nella professione che meritano di essere diffuse il più possibile. Perlomeno a livello di approccio.
Ci sentimao quindi domani in radio: a Sugarpulp on air!

MS

martedì 19 maggio 2009

LA LUNGA STRADA DELLA VENDETTA di JOE R. LANSDALE


di Matteo Strukul
Di Joe R. Lansdale si scrive molto spesso ma la ragione è semplice: l’autore texano è estremamente prolifico e rappresenta uno dei rari casi letterari in cui la quantità non inficia la qualità, tutt’altro. Aggiungete che Lansdale è un autore in grado di sperimentare in modo vincente davvero molti generi: horror, pulp, western, fantascienza… e fumetto. I ragazzi di Edizioni BD lo sanno e infatti hanno pensato bene di accaparrarsi i diritti di alcune gemme nascoste. “La lunga strada della vendetta” è una di queste. Perché, partendo dal fumetto di Batman, Lansdale tira fuori dal cilindro una storia splendida, scritta in maniera sontuosa, sviluppando suggestioni che non gli conoscevamo. Ma andiamo con ordine. “La lunga strada della vendetta” racconta di una serie di efferati omicidi, consumati sulle strade e nei vicoli di Gotham City e di una riserva indiana non molto distante dalla metropoli. Batman ci mette poco a capire che la scia sanguinosa di morti che si allunga come un’ombra famelica e spietata collega in modo raccapricciante i due luoghi. Perché c’è qualcuno su una Ford Thunderbird nera che si diverte a fare strame di corpi. Ma niente è come sembra in questo romanzo ad altissimo voltaggio narrativo e allora ecco antiche tradizioni pellerossa e scintillante tecnologia, rabbia bestiale e vendetta a lungo meditata, intrecciarsi fra loro e confluire in un unico, terrificante incubo. Perché Lansdale è uno stregone della scrittura, un magnifico e coraggioso sperimentatore che pesta sull’acceleratore e non si ferma di fronte a nulla, lasciando che la sua penna venga manipolata da quella fervida immaginazione che regala al lettore sequenze narrative dalla forza icastica davvero mozzafiato, in cui anche il suo stile si colora di guizzi nuovi e travolgenti. “La lunga strada della vendetta” è dunque un gran libro, non solo perché costruito con il consueto genio affabulatorio ma anche perché mette in luce accenti e intuizioni per certi aspetti rivoluzionari per lo stesso autore texano, come se aver cercato ispirazione nell’amore per i comics, i cartoni animati di Tex Avery e l’horror da Drive in gli avesse aperto nuovi orizzonti narrativi.
Un Batman cupo e tormentato, un demone implacabile e lo spirito pellerossa che avvolge come un magico mantello la trama. Un libro imperdibile.

sabato 18 aprile 2009

GO GO GIRLS OF THE APOCALYPSE


Che dire? Questo è semplicemente il libro più geniale scritto dal più geniale autore degli ultimi 10 anni. Prima vi decidete a scoprire Gischler e meglio sarà per voi. Prendete la fantascienza, l'horror, il western, il postatomico, l'avventura, lo splatter e il PULP e frullate tutto assieme. Avrete una fiaba delirante e incendiaria a base di Go go girls, cowboy, zombie, cannibali, soldati, sopravvissuti all'apocalisse che bramano di diventare padroni del mondo ma alla fin fine la salvezza dell'umanità dipende da una catena di strip club.
Come diavolo si fa a scrivere una cosa del genere? Non ne ho idea...ma che ci crediate o no la cosa funziona ...e alla grandissima.

martedì 3 marzo 2009

MASSIMO PRIVIERO IS BACK



"Sulla strada" sta arrivando, è un fior di disco, ne parleremo con attenzione su JAM, Massimo Priviero è un rocker di razza e questo suo "best of" dopo 20 anni di carriera lo conferma in pieno, grande artista, nient'altro da aggiungere.

lunedì 16 febbraio 2009

INTERVISTA A PAU: Helldorado al PalaNet in volo sul Sudamerica


di Matteo Strukul

I Negrita sono in rampa di lancio. Sabato 7 febbraio 2009 infatti il loro tour farà tappa al PalaNet di Padova. La band di Arezzo sta scaldando i motori, forte di un nuovo album - Helldorado - al fulmicotone, da tre mesi appollaiato nella classifica di dischi più venduti, un lavoro di cui Paolo Bruni, in arte Pau, carismatico cantante del gruppo, ci rivela tutti i retroscena. «Helldorado ha portato ad un approfondimento della musica e della cultura del Sudamerica, sulla scia del precedente nostro lavoro di studio L’uomo sogna di volare. Ma se quell’album ha rappresentato per il gruppo la meraviglia, la prima volta in America Latina, Helldorado riporta invece tutto a casa, fondendo quelle scintille di stupore con temi profondamente italiani, quindi è un album di consapevolezza».
«Il titolo - continua Pau - che fra l’altro riprende quello di alcuni film dello spaghetti - western italiano, unisce perfettamente anche a livello lessicale, le due famiglie linguistiche più importanti: quella anglosassone e quella latina. Allo stesso tempo Helldorado è l’occidente ricco, il vecchio continente, rappresentato in un’accezione negativa, di gabbia dorata».
«Del resto, a fronte del progresso, delle dichiarazioni di giustizia e libertà, non è mai mancata ad Europa e Stati Uniti una mentalità coloniale, che ha portato allo sfruttamento dell’Africa e dell’America Latina, intrisa di quell’idea malata che ha cercato di convincere popolazioni intere che esiste una guerra giusta: la vernice con cui si tenta di coprire anche la sostanza di alcuni conflitti recenti, in Medio Oriente».
Con queste parole, Pau introduce uno dei temi di fondo del nuovo lavoro: una forte critica socio-politica all’attuale sistema di vita Italia.
«Con brani come Radio Conga abbiamo tentato come uomini e come padri di urlar fuori i problemi di questo Paese - la futilità incommensurabile, il malgoverno indicibile - perché riteniamo di avere una responsabilità nei confronti della generazioni future e che ad esse vada garantita un’eredità migliore. Abbiamo come amplificazione un microfono e usiamo quello, i giornalisti hanno i media... e li usano fino ad un certo punto, non credo che li sfruttino a sufficienza per controllare i governanti, se ne rendono troppo spesso servi. Fortunatamente la rete sta creando una cultura sotterranea ed alternativa che rifiuta quella forgiata dai media classici, figli del sistema, e del capitalismo senza regole. La rete insomma nasce per un motivo solo: quello per cui dobbiamo imparare a difenderci. Un atto dovuto di autotutela sociale».
Ma non c’è solo questo in Helldorado. Come dice Pau «ci sono anche le immagini di Ullulaallaluna che ricorda per certi aspetti una minisceneggiatura, e poi i confronti e le collaborazioni importanti, con band come gli argentini Bersuit che ci hanno ospitato a Buenos Aires presso il loro studio per incidere l’album, praticamente gratis. E’ stato un vero e proprio scambio culturale basato sul baratto: mi casa es tu casa». Venendo in ultima al concerto di sabato sera al Palanet Pau non manca di sottolineare: «Sarà un muro elettrico, niente set acustici, suoneremo in modo estremo, certo il sound non mancherà di contaminazioni, passando dalla rumba all’hard rock».
Quando gli chiedi qual è il segreto di una band che resta unita da ormai quindici anni risponde: «quello di litigare spesso, discutere è importante, così come il confronto, lo scontro produce sempre energia e quando quella arriva ecco che arrivano i Negrita».

Questa mia intervista a Paolo Bruni è stata pubblicata su IL MATTINO di Padova/LA NUOVA di Venezia e Mestre/LA TRIBUNA di Treviso a p. 41 in data 4 febbraio 2008.