giovedì 30 ottobre 2008

L'INTERVISTA: ZUCCHERO FORNACIARI




«Sulle mie radici la magia della musica nera»

Doppio live in cd e dvd in arrivo e due concerti in chiusura tour a Padova e Conegliano

«Ho suonato con alcuni grandi, ma non mi sono mai dimenticato da dove venivo»

di MATTEO STRUKUL

Nel mezzo di un tour mondiale che dopo Stati Uniti, Canada e Sudamerica toccherà a breve Australia e Inghilterra, con un album intitolato All the Best - che seleziona i suoi successi - dietro le spalle, e un doppio live in arrivo a fine novembre, Zucchero «Sugar» Fornaciari sembra voler fare il punto di una carriera strepitosa. Magari per poi ripartire e andare a vedere cosa c’è dietro la prossima collina. Così, quella sua voce ipnotica, che arriva dall’altra parte del telefono e pare il lento scorrere del fiume del blues, indugia volentieri e con pigra cortesia sui temi fondamentali di una carriera che tanti artisti, italiani e non, si possono solo sognare.
«Sono stato folgorato sulla via di Damasco - dice Zucchero - intorno ai nove anni, grazie a un mio amico di Memphis che era mio vicino di casa ed aveva molti più anni di me. Frequentava la facoltà di veterinaria a Bologna. Grazie a lui ascoltavo i 45 giri di Otis Redding, pezzi straordinari come Sittin’ on the Dock of the Bay e poi gli album di Ray Charles e Aretha Franklin. Sentivo anche i gruppi italiani di allora come i Nomadi e l’Equipe 84 che fra l’altro erano originari della mia zona, ma rimasi folgorato dal ritmo sincopato della musica nera. Dentro c’era davvero tutto: la sensualità, la malinconia, la gioia, il sacro, il profano, i suoni, il modo incredibile di cantare. Crescendo la mia passione di ragazzo è rimasta: il blues, il soul e tutto quello che ne deriva musicalmente parlando sono ancor oggi la mia strada maestra e credo sia interessante per me portare avanti un tentativo di contaminazione. Come Eric Clapton ha innestato nel blues il british pop, così io ho cercato di mescolare le radici e le suggestioni della mia terra emiliana con la musica del diavolo».
Quando si passa a parlare proprio dei grandi artisti con cui ha collaborato - Eric Clapton, BB King, Miles Davis fra gli altri - Zucchero non ha dubbi sulla ricchezza che questo tipo di confronto ha portato con sé. «E’ stata per me un’iniezione di fiducia e coraggio, noi italiani abbiamo a volte la tendenza a sminuirci, a chiedere permesso, invece ricordo ancora quando dopo aver sentito il mio disco, Blues, Miles Davis disse che la mia voce gli piaceva al punto che avrebbe voluto suonare la tromba su una mia canzone. Mi fu chiaro che, nell’aver toccato le corde di un musicista così importante e diverso da me, qualcosa di buono la mia musica doveva avercelo per forza. Quello è stato il mio lasciapassare. Poi sono arrivate le collaborazioni con Eric Clapton, John Lee Hooker e BB King. Ho capito che non stavo facendo soltanto un fritto misto di generi suonati insieme ma che quello che avevo scritto arrivava in modo forte. Però, come dicevo, non mi sono dimenticato da dove venivo: anche se oggi i miei tour mi portano in giro praticamente ovunque credo sia importante mantenere ben salde le proprie radici, gli odori, i colori, i profumi della terra. Per questa ragione la provincia è fondamentale: Vasco Rossi, Bruce Springsteen, Otis Redding, Ray Charles Charlesvengono tutti da lì, non credo sia un caso. La provincia ti consente di avere la voglia di venire fuori, di uscire da una certa staticità con una consapevolezza forte che, forse, la città non ti dà».
Sulla dimensione live che caratterizzerà il prossimo doppio album, dal vivo appunto, che uscirà il 28 novembre, Zucchero sottolinea: «Ho sempre curato molto il live, mi sento più un performer, il mio habitat naturale è dal vivo e, paradossalmente, mi sono accorto che non avevo mai fatto un disco live ad eccezione del Live at Kremlin che peraltro è stato registrato su un due piste e pubblicato così com’era, insomma cotto e mangiato, senza aver prima pianificato una registrazione per un album dal vivo. Questo è quindi il mio primo vero album live e sarà un documento importante: per me e per coloro che apprezzano la mia musica».
E allora, il 6 dicembre, Padova aspetta al Pala San Lazzaro proprio la straordinaria carica live di Zucchero Fornaciari. E il giorno dopo anche Conegliano lo potrà sentire per l’ultimo concerto del tour. Sappiamo che non deluderà.

Pubblicato su Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia e Mestre e La Tribuna di Treviso di mercoledì 29 ottobre 2008

mercoledì 29 ottobre 2008

INTERVISTA A ZUCCHERO FORNACIARI

Su IL MATTINO di PADOVA di oggi è stata pubblicata una mia intervista a Zucchero "Sugar" Fornaciari, nei prossimi giorni inserirò l'articolo.

martedì 7 ottobre 2008

SLASH


Un capolavoro dai ragazzi di casa BD, presto una bella recensione su JAM, nel frattempo diciamo che si tratta di una lettura a dir poco essenziale per qualsiasi Guns fan e più in generale di ogni rock'n'roll heart che si rispetti.
EPOCALE.